Classi di resistenza dei bulloni: come effettuare una scelta consapevole

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La scelta di bulloni acciaio inox rappresenta una delle opzioni più affidabili quando si parla di fissaggi sicuri e durevoli, in particolar modo per tutte quelle applicazioni che richiedono elevata resistenza alla corrosione. Oltre al materiale, però, è necessario considerare anche quale sia la classe dei bulloni.

Questa classificazione, infatti, consente di ottenere preziose indicazioni sulle caratteristiche meccaniche dei bulloni, come la resistenza alla trazione e la durezza, ed è di straordinario supporto nella scelta del componente giusto per ogni singola tipologia di applicazione. Nel prosieguo dell’articolo analizzeremo dettagliatamente cosa sono le classi di resistenza e perché è importante conoscerle.

Cosa identificano le classi dei bulloni e quali sono quelle più comunemente utilizzate

Dal punto di vista tecnico, la classe dei bulloni non è altro che una classificazione standardizzata, dove sono indicate le proprietà meccaniche del materiale di cui è composto il bullone. Questi valori, di norma, sono generalmente espressi tramite due numeri separati da un punto, al fine di fornire informazioni di primaria importanza sulla resistenza alla trazione e sul limite di snervamento del bullone.

Conoscere la classe dei bulloni, di conseguenza, è di fondamentale importanza per garantire la sicurezza e l’efficacia delle connessioni: un bullone con una classe di resistenza inadeguata potrebbe non sopportare le forze a cui è sottoposto, causando potenziali rischi strutturali. Se, invece, si opta per una classe di resistenza più alta del necessario, si va incontro a una spesa maggiore senza ottenere alcun reale beneficio aggiuntivo.

Esistono diverse classi di resistenza, ma alcune, tuttavia, sono più comuni rispetto ad altre. Le quattro maggiormente ricorrenti sono: la classe 5.8, utilizzata per applicazioni con resistenza moderata, come componenti di macchinari leggeri; la classe 8.8, è quella più diffusa in ambito industriale, ideale per applicazioni con carichi elevati;  la classe 10.9, alla quale si ricorre in contesti dove è richiesta un’elevata resistenza meccanica; la classe 12.9, utilizzata in contesti dove si richiedono altissime prestazioni, rappresenta i bulloni più resistenti disponibili sul mercato.

Come interpretare le classi dei bulloni

Tutti questi numeri, però, vanno concretamente e correttamente interpretati. Come abbiamo visto, la classe dei bulloni è rappresentata da due numeri separati da un punto: il primo indica la resistenza alla trazione minima in centinaia di Megapascal, mentre il secondo numero rappresenta il rapporto percentuale tra la resistenza alla trazione e il limite di snervamento.

Supponiamo, a titolo esemplificativo, di disporre di un bullone di classe 10.9: la resistenza alla trazione minima è di 1000 Megapascal e il limite di snervamento è il 90% di questo valore, ovvero 900 Megapascal. Quando si opta per un bullone di una determinata classe, tuttavia, è fondamentale tener conto dell’ambiente di utilizzo.

Ad esempio, i bulloni utilizzati in ambienti esterni, oltre a disporre di un’adeguata classe di resistenza, devono essere trattati superficialmente al fine di garantire una protezione aggiuntiva contro la corrosione. L’esempio più lampante, in tal senso, è offerto dai bulloni in acciaio inox, ideali per gli ambienti marini o industriali dove l’umidità può potenzialmente danneggiare i bulloni standard.

Bulloni e sicurezza: cosa prevede la normativa?

Ma come è possibile comprendere se un bullone rispetta tutti gli standard di sicurezza previsti? Un utile supporto è fornito dal sito della ISO, che offre informazioni dettagliate sui parametri internazionali inerenti le proprietà meccaniche dei bulloni tramite normative come la ISO 898-1. Quest’ultima è riconosciuta a livello internazionale e fornisce le linee guida per la classificazione e le prove di resistenza dei bulloni.

La classe di resistenza, tuttavia, non è l’unico elemento da dover prendere in considerazione all’atto della scelta di un bullone. E’ fondamentale, infatti, tener conto del tipo di filettatura compatibile con i fori filettati, della lunghezza e diametro necessari per garantire un fissaggio sicuro, nonché i trattamenti superficiali utilizzati – come zincatura o fosfatazione – per proteggere il bullone dalla corrosione.